Il 2021 è stato uno degli anni più difficili del nuovo millennio: ecco il resoconto in lettera di questa annata complicata.
Caro 2021, penso non ci voglia un Nobel per riconoscere che sei stato un anno infausto. Avresti dovuto portare una svolta nella mia vita, avresti dovuto sistemare quelle vite, le nostre vite, messe a soqquadro dal tuo predecessore, e invece! Niente! Ma si fa così?! Tutti quei buoni propositi fatti la notte del 31, svaniti dopo nemmeno una settimana. Vogliamo parlare della stabilità che ci hai portato?
Dopo nemmeno un mese c’è stata la crisi di governo, cambi di colore delle regioni che parevano i semafori all’incrocio, il magico gioco di prestigio dei politici “scuole aperte-scuole chiuse”, la confusione, le proteste, le sommosse no-vax, le file interminabili agli hub, Green Pass di ogni genere, varianti che ci hanno reso tutti più bravi in greco, e così via.
Ma, per fortuna, non sei stato solo questo. Anche tu hai avuto i tuoi alti, per compensare gli svariati bassi. Molto probabilmente sei stato “l’anno dello sport”: ci hai regalato talmente tanti successi sportivi, dai più importanti ai meno importanti, che sei riuscito a farci dimenticare per un po’ (almeno per un’estate) tutte le difficoltà. Da Londra a Tokyo, passando anche per i Paesi Bassi: tutto il mondo ha saputo qualcosa sugli italiani, quegli italiani: calciatori, cestisti, atleti. Come non citare poi i Maneskin?
Vogliamo parlare invece del Nobel per la fisica? Pensare che fino all’anno scorso ci additavano come “paese untore d’Europa n.1”! Siamo riusciti a rinascere dalle nostre ceneri, più forti che prima. Perché alla fine, se ci si focalizza solo sui propri errori, non si riesce a godere la propria vita. Sei stato tosto 2021, ma anche tu ci hai regalato un sacco di gioie.
Ci hai dato sì tante gioie, ma ci hai anche portato via parecchi nomi importanti, quali Franco Battiato, Gino Strada, Wilbur Smith, Filippo di Edimburgo, Charlie Watts, Desmond Tutu, e molti altri. Caro 2021, posso dire con certezza che mi hai reso una persona migliore. Mi hai messo di fronte a parecchie difficoltà, mi hai fatto prendere tante scelte sbagliate, mi hai incattivito. Ma non mi lascio demoralizzare facilmente, bastardo di un anno: non ho mollato quando mi hai fatto cadere, ho stretto i denti e mi sono rialzato.
Perché l’importante alla fine è questo: saper affrontare le difficoltà, non fuggire da esse. Ma se l’ostacolo è troppo alto, se il burrone è troppo grande, a volte chiedere una mano è la soluzione giusta, senza nessuna vergogna. Meglio chiedere piuttosto di cadere e perdere ogni cosa. Mi hai fatto capire che da soli non si va da nessuna parte, mi hai fatto conoscere le persone sotto altri aspetti che non riuscivo a vedere. Mi hai reso cosciente del fatto che siamo tutti fragili, ognuno a modo suo. Ti prometto che terrò a mente tutto ciò che mi hai insegnato, e imparerò dai miei sbagli.
Caro 2021, che ne dici se la chiudiamo qua, senza rancore?