Si presenta così Carolina, solo da pochi anni rientrata in Sardegna dove è nata nel 1975 a Cagliari da madre danese e padre sardo. La sua storia, seppur giovane, è movimentata e merita di essere raccontata.
“Sono Carolina Melis, Art Director. Illustratrice e regista nel campo della pubblicità, della musica e della televisione. Ho lavorato per le principali case di produzione all’estero. Da pochi anni ho aperto uno studio carolinamelisstudio.com e mi occupo di produzione e creatività”. Il sito si apre con un suo breve video animato sull’8 marzo e uno, “loving is not owning”, contro la violenza sulle donne.
A quindici anni, nel 1990, lascia l’isola per andare in collegio in Danimarca per un anno. Finisce le superiori a Trieste in una scuola internazionale, il Collegio del Mondo Unito. Torna in Danimarca ancora per un anno, quindi si trasferisce a Londra dove termina gli studi all’Università Dartington College of Arts e al Central Saint Martin.
Rimane a Londra per un lungo periodo; dirige come art director un suo studio con un team di collaboratori: artisti e designer molto competenti e con una grande passione per il lavoro, acquisendo così una notevole esperienza internazionale nel campo dell’arte e della comunicazione visiva.
“All’inizio non era proprio facilissimo vivere lontano da casa. Mi mancavano da morire i miei amici e i parenti, forse è per quello che mi sono sfogata con l’arte” confessa Carolina. Ma l’abbandono della sua Isola è stato necessario. Nel nostro paese mancano le scuole che indirizzano all’industria creativa e se ci sono, i prezzi per frequentarle sono così esageratamente alti che conviene andare all’estero. In Inghilterra, subito dopo il mondo della finanza viene l’industria creativa e ampio spazio viene offerto ai talenti e alle idee.
Ma il richiamo dell’Isola e il legame mai sciolto con la sua città natale, la riportano in Sardegna, a Cagliari dove vive e lavora da alcuni anni. E’ tornata in Sardegna con un nuovo sogno che ha già tramutato in progetto di vita: portare la sua esperienza di designer a contatto con l’artigianato sardo: i profumi, i colori, i valori, le ispirazioni e le mani sarde.
Da una assidua ricerca sul campo è nato il suo marchio Mio Karo. Ha contatti continui con artigiani a cui propone progetti dal design contemporaneo, capaci di seguire la tradizione e di rinnovarla sotto ogni punto di vista. Le mani, le tecniche, il saper fare e la conoscenza dei materiali sono messe a disposizione dalle artigiane e dagli artigiani. Il design, il rispetto della tradizione, cercare di combinare gusto personale con le tendenze contemporanee e la capacità di vedere un progetto nel suo insieme sono i compiti di Carolina in nome della sua pluriennale esperienza nel campo della comunicazione pubblicitaria.
Fra i suoi lavori, un video realizzato per la BBC che richiama un periodo della sua infanzia: una bambina che rovescia un barattolo pieno di bottoncini colorati che altro non aspettano che prendere vita. E’ la storia della bambina di Cagliari affascinata dalle tante scatole di bottoni e dalla vecchia Singer della nonna che impara ad usare prestissimo. A dodici anni, al suo primo giorno di scuola in terza media si reca in classe con un vestito fatto da sé. Ma l’aspetto autobiografico che più la lega a questo spot è la presenza del cane che lei ha inserito pensando a Peggy, l’amatissimo cane di famiglia.
Ha lavorato oltre che con la BBC, con Fendi, MTV, Sony, Prada e con la Volkwagen in Cina. Accetta le richieste di spot pubblicitari perché ha capito che è l’unico modo per finanziare i suoi progetti artistici. Ma, ci tiene a precisare “ho comunque detto di no a Nestlé e McDonald’s”. Ha firmato l’animazione scelta dal comune di New York per la campagna “stay home” durante la prima fase della pandemia da SarsCov2.
Non si tira indietro davanti alle battaglie civili, che intraprende sempre con passione. Il cortometraggio “chi ama non taglia le ali” sulla lotta alla violenza di genere che la precedente rettrice dell’Università di Cagliari, professoressa Del Zompo le ha commissionato nel 2018, è stato presentato ed apprezzato in molti festival del settore.
Mentre si occupava della campagna antiviolenza promossa dall’UniCA, rifletteva sulla mancanza di un nuovo mezzo in aiuto a chi non vuole più subire poiché la maggior parte delle immagini esistenti fanno riferimento a casi di violenza compiuti. “Il “signal for help” (il gesto con la mano che evidenzia un rischio di maltrattamento o violenza ideato in Canada e ormai diffuso anche in Italia) – reputa Carolina – è un gesto che trovo molto giusto per contesto e finalità: è sintetico, accessibile, universale. Uno strumento in più per comunicare una situazione di pericolo senza scrittura, senza parole. Un vero e proprio “messaggio in codice”.
Il suo cortometraggio “Le fiamme di Nule” realizzato insieme a Maria Zanardi che racconta la storia di tre tessitrici, ha ottenuto il Premio AviSa dell’Istituto Regionale Etnografico per la promozione dell’antropologia in Sardegna.
Accanto al lavoro sul tessile e sull’artigianato sardo, Carolina porta avanti i suoi progetti nel campo dell’illustrazione e dell’animazione. Lavora per ditte di cosmetici, per grandi alberghi internazionali, come designer per catene di negozi negli Stati Uniti e via di seguito. Il suo impegno nell’editoria è anche molto importante: ha pubblicato illustrazioni sul New York Times, Wall Street Journal e Time Out. Ha disegnato recentemente le copertine per due libri della Penguin appena usciti.
Ma l’impegno sull’Isola in stretto contatto con i “suoi” artigiani, rimane per Carolina sempre e comunque quello emotivamente più importante. Molti artisti sardi nel XIX e XX secolo hanno messo in atto, più o meno consapevolmente, una “scuola sarda” dell’illustrazione. Carolina Melis prosegue in chiave moderna questa tradizione dei grandi illustratori sardi del passato e come loro, trova la sua grande ispirazione nell’immenso patrimonio culturale identitario della Sardegna.
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