Pazienti gravemente obesi cercano l’aiuto del Dr. Younan Nowzaradan di “Vite al limite”. Non sempre c’è un lieto fine.
“Vite al Limite” è un programma televisivo statunitense il cui titolo originale è “My 600 lb life“. Va in onda dal 2012; nel corso degli anni ha catturato l’attenzione del pubblico per la sua rappresentazione realistica della situazione di pazienti che lottano quotidianamente contro l’obesità estrema. Ogni episodio si concentra su un singolo individuo e documenta il suo viaggio per un periodo di un anno.
I partecipanti alla docu-serie affrontano sfide incredibili per riprendere il controllo della propria vita e riconquistare la salute. Hanno tutti un peso che si aggira intorno a 300 kg e cercano di perdere peso attraverso interventi di chirurgia bariatrica. I pazienti si affidano alla guida del rinomato Dr. Younan Nowzaradan, il vero protagonista dello show.
Egli impartisce inizialmente una dieta rigorosa e una routine di esercizio fisico prima di concedere l’approvazione per la riduzione gastrica. É evidente che l’obesità patologica è spesso legata a traumi, abusi o situazioni familiari tremende. “Vite al limite” esplora anche i problemi psicologici che i partecipanti devono affrontare e riesce a far comprendere meglio le cause profonde che hanno condotto al loro disturbo.
Purtroppo, non tutte le storie di “Vite al limite” si sono concluse con un successo. Alcuni pazienti, infatti, non sono riusciti a completare il loro percorso di guarigione o sono addirittura deceduti.
Il paziente Henry Foots è morto il 16 maggio 2013. La sua esperienza nel programma è stata piuttosto positiva riuscendo a perdere un’enorme quantità di peso. Il suo cuore, però, era ormai compromesso. É stato colpito da un arresto cardiaco mentre si trovava era al volante di un bus; ha perso il controllo del mezzo, Nel corso dell’incidente ha travolto una donna, uccidendola.
Sean Milliken è stato uno dei pazienti più gravi del Dr. Nowzaradan con un peso di 417 kg. É deceduto il 17 febbraio 2019 all’età di soli 29 anni. A darne la notizia è stato il padre tramite un post su Facebook. Ha detto che la causa del decesso è dovuta a complicazioni insorte dopo un’infezione.
Invece il paziente James “L.B.” Bonner è riuscito a perdere peso ma non ha mai placato i “demoni” psicologici che lo attanagliavano. Nell’estate del 2018 ha scritto un inquietante post su Facebook: “Voglio solo dire grazie a tutti coloro che mi hanno mostrato amore e sostegno durante il mio viaggio”. Poco dopo è stato trovato morto in un parco a Lexington, nella Carolina del Sud. Si è suicidato sparandosi un colpo di pistola alla testa. Aveva solo 30 anni.
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