Riforma pensione: stop alle quote e flessibilità dai 64 ai 72 anni

Grandi manovre sul fronte delle pensioni: il Governo dice basta alle pensioni a Quote. Molti dovranno andare in pensione a 72 anni.

La vita lavorativa di molti italiani presto si trasformerà in una sorta di “neverending story”: una storia senza fine. Il Governo Meloni vuole abbandonare le pensioni a quote che agevolano le uscite anticipate per dare spazio a una nuova flessibilità che, però, può comportare anche il rischio di dover restare a lavorare fino a 72 anni.

Riforma pensione 72 anni
Previsti grossi cambiamenti per il 2025 – Corrieresardo.it

Si continua a discutere di pensioni. Il CNEL – Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro – con a capo l’ex ministro del Lavoro Renato Brunetta, sta lavorando a una prima bozza di riforma delle pensioni che a luglio dovrà essere presentata in Parlamento.

Una cosa è certa: mancano le risorse economiche per abbandonare la legge Fornero. E, come ha puntualizzato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, prima di pensare alle pensioni anticipate è necessario trovare i fondi per rifinanziare il taglio del cuneo fiscale, l’abbassamento delle aliquote Irpef e la rivalutazione del 2,7% per i trattamenti minimi dell’Inps.

Che cosa succederà il prossimo anno? Con buona pace della Lega di Matteo Salvini – che, dopo le ultime europee ha perso “quota” all’interno della Maggioranza – molto probabilmente verranno abbandonate per sempre le pensioni a quote per dare spazio ad una nuova forma di flessibilità.

In pensione a 72 anni nel 2025: cosa prevede la nuova riforma

Addio pensioni a quote: costano troppo allo Stato. La legge di Bilancio 2025 dovrà, necessariamente, fare dei tagli e a essere penalizzati saranno molti contribuenti che speravano di andare in pensione con qualche anno di anticipo. Vediamo, nei dettagli, cosa potrebbe succedere.

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In pensione anche a 72 anni dal prossimo anno – Corrieresardo.it

Chi spera di andare in pensione prima nel 2025, resterà fortemente deluso. Sembra accantonata l’ipotesi di estendere a tutti Quota 41 come da anni chiede la Lega. Con Quota 41, infatti, il rischio è che migliaia di persone escano dal lavoro prima ancora di aver raggiunto i 60 anni di età: una spesa che, al momento, lo Stato non può permettersi.

Per quel che riguarda Quota 103, il CNEL, sta valutando di mantenerla, ma a patto di aumentare di almeno un anno l’età pensionabile che dunque passerebbe da 62 anni a 63, non si esclude però di portarla addirittura a 64. E potrebbe aumentare l’età pensionabile anche per accedere ad Ape sociale e Opzione donna, sempre ammesso che tali misure vengano riconfermate e non cancellate.

L’idea dell’ex ministro Brunetta e di tutto il CNEL, infatti, è quello di proporre una nuova griglia che preveda una flessibilità in uscita ma non prima dei 64 anni e fino, addirittura, a 72 anni. Di conseguenza, se il Governo dovesse accettare tale proposta, verrebbero modificati anche i coefficienti di trasformazione per calcolare gli importi delle pensioni.

E che ne sarà della legge Fornero? Nelle intenzioni del CNEL, dal 2025, per andare in pensione a 67 sarà necessario soddisfare uno dei seguenti requisiti: o aver versato almeno 25 anni di contributi – e non più 20 come ora – oppure raggiungere un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.

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