Può sembrare assurdo, ma i figli possono assumere il diritto di sfrattare uno dei genitori dalla casa in cui ha sempre abitato: quando succede?
I rapporti tra genitori e figli non sono sempre facili e si complicano ulteriormente quando entrano in gioco rapporti economici e proprietà immobiliari. Per questo motivo è bene sapere sempre quali sono i diritti dei figli e in che maniera potrebbero evolversi i rapporti con i genitori quando c’è di mezzo la proprietà di un immobile.
La situazione problematica si genera nel momento in cui un genitore o entrambi decidono di intestare ai figli la proprietà della casa in cui abitano, mantenendo però l’usufrutto del bene. Questo particolare tipo di proprietà è detto nuda proprietà e implica di fatto la proprietà delle mura di un immobile di cui inizialmente non si può usufruire.
Il nudo proprietario avrà quindi diritto di usufruire del bene solo alla morte della persona che gode del suo usufrutto. Da quel momento in poi potrà decidere se andare ad abitare nell’immobile, affittarlo o venderlo. Bisogna però fare molta attenzione perché se l’usufruttuario è uno solo dei genitori e dovesse morire prima dell’altro, allora il coniuge vedovo potrebbe essere sfrattato.
In realtà è molto difficile che dei figli obblighino un genitore vedovo a lasciare la sua casa alla morte dell’altro genitore. Diventa più probabile quando il genitore superstite non è il genitore naturale dei figli, ma ha sposato l’altro genitore in seconde nozze. In ogni caso, essere sfrattati dai propri figli è comunque una possibilità concreta prevista dalla legge. Per mettersi al riparo da un’evenienza così spiacevole le strade sono due ed entrambe vanno intraprese al momento di stabilire l’usufrutto.
La prima opzione è scegliere un usufrutto successivo: questa formula permette di fissare un erede dell’usufruttuario, a cui viene riconosciuto il diritto di usufruire del bene immobile dopo la morte del primo usufruttuario, di fatto ereditandone il ruolo. Si può stabilire un solo successore, di solito il coniuge. Quando il coniuge diventerà usufruttuario ufficiale del bene non potrà nominare un ulteriore erede, ma dovrà lasciare l’usufrutto dell’immobile al nudo proprietario.
La seconda opzione è leggermente diversa ma non cambia nella sostanza ed è l’usufrutto congiuntivo. Con questo particolare tipo di usufrutto si sceglie di attribuire il diritto di usufrutto di un bene immobile a due persone e non a una sola. Nel momento in cui uno dei due dovesse morire, l’altro potrebbe serenamente mantenere il proprio diritto sulla casa fino alla propria morte.
Classe 1982, napoletana di nascita e genovese per scelta. Smart worker prima che diventasse mainstream. SEO nerd dal 2015, web content creator professionista dal 2019. Problem solver per mancanza di pazienza, nemica giurata del "si è sempre fatto così". Scrive di attualità, spettacolo e lifestyle, è appassionata di grafica e trova soluzioni semplici a problemi complessi.
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